mercoledì 30 settembre 2009

Al PoliMi il trofeo "Mille e una Vela per l'università"

Il Politecnico di Milano vince per il terzo anno consecutivo la regata “Mille e una vela per l’università”, a Porto Santo Stefano dal 24 al 27 settembre 2009, con lo skiff Technê3, 460 centimetri di pura tecnologia politecnica.



 A timonare l’imbarcazione una ragazza, Giorgia Petri, affiancata dal prodiere Carlo Tibaldi, entrambi studenti di ingegneria aerospaziale.Ottima anche la posizione delle altre due vele dell’ateneo milanese: Tre½ si aggiudica la seconda posizione mentre Polis2  la quarta. Nonostante gli equipaggi del Politecnico si siano aggiudicati ben 7 delle 8 regate disputate il risultato è stato tutt’altro che scontato con regate combattutissime, continui avvicendamenti di posizione e con tre barche a pari punti prima dell’ultimo giorno di regata.Il trofeo “Mille e una vela per l’università”, ideato e promosso dall’Università Roma 3, è riservato a imbarcazioni progettate, costruite e condotte da studenti universitari.Sono 7 gli atenei (Roma 3, Roma La Sapienza, Polo universitario di La Spezia, Messina, Padova, Palermo, Trieste) che quest’anno hanno cercato di strappare al Politecnico di Milano il trofeo conquistato nelle precedenti edizioni.



Le imbarcazioni scese in acqua sono state ben 14: l’esito della sfida era quindi tutt’altro che scontato. Le regole del trofeo non sono cambiate. 460 cm di lunghezza fuori tutto per 210 di larghezza le dimensioni massime ammesse, 33 mq di superficie velica, due persone di equipaggio e un vincolo assoluto in materia di materiali da costruzione: le barche devono avere un contenuto in legno non inferiore al 70% del peso complessivo escluso armo, appendici e altre attrezzature mobili.

Al Politecnico, consapevoli che il livello della competizione sarebbe stato superiore al passato, si è lavorato su tutti i fronti cercando di migliorare lacune e difetti riscontrati nelle precedenti edizioni. L’eredità del precedente progetto è stata raccolta da Marco Achler, laureando alla Facoltà del Design, ma anche prodiere dell’equipaggio vincitore lo scorso anno, che ha lavorato sia sull’ottimizzazione delle geometrie di carena sia su una nuova concezione complessiva delle barche. A supportarlo, i correlatori di tesi Andrea Ratti del Politecnico di Milano e lo yacht designer Umberto Felci.



La sfida progettuale delle tre nuove imbarcazioni è stata particolarmente stimolante. Si è deciso infatti di abbandonare tecniche di costruzione in legno di tipo tradizionale per adottare una tecnica mista. Accanto al legno compensato sono così comparsi balsa e sughero utilizzati come anime in strutture sandwich. I tubi in alluminio hanno lasciato spazio al legno lamellare e al bambù, mentre le resine non sono più state relegate a svolgere funzione protettiva, ma nobilitate in usi strutturali.

In parallelo allo sviluppo della tesi di Design, il gruppo di lavoro ha previsto lo svolgimento di una serie congiunta di tesi di laurea in Ingegneria industriale e in Ingegneria dei materiali. Ulteriore apporto è arrivato dagli studenti del Master in Yacht Design che, oltre a realizzare l’imbarcazione vincente, si sono occupati di sviluppare analisi CFD e dell’immagine grafica delle barche.

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